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Sit-in a Castro per dire “NO” al Parco eolico off shore nel Canale d’Otranto

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Sit-in a Castro per dire “NO” al Parco eolico off shore nel Canale d’Otranto. Il mega impianto eolico offshore di Odra Energia minaccia le coste tra Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase e Leuca. Un sabato singolare, all’insegna della protesta e della denuncia. Associazioni, movimenti, partiti politici, sindaci, il sindaco di Castro, avv. Luigi Fersini, che da subito si è opposto in maniera decisa, assessori, consiglieri ma anche tanti semplici cittadini si sono ritrovati a Castro per urlare “NO” al Parco eolico off shore che potrebbe essere realizzato sul tratto costiero di Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro e Leuca. Uno scempio ambientale da evitare assolutamente, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, senza se e senza ma. Perché l’impatto visivo per il nostro territorio sarebbe devastante con le sue 73 (invece di 90) turbine alte quasi 300 metri, rischia di essere come uno sfregio su un’opera d’arte. Chiudere gli occhi o, peggio, assecondare scelte calate dall’alto, vuol dire essere complici di un’operazione lontana anni luce dagli interessi e dalle istanze del Salento, una terra meravigliosa da tutelare e difendere con i denti. Al sit-in di protesta in prima linea presenti anche rappresentanti e simpatizzanti dello “Sportello dei Diritti” Lecce, l’associazione a difesa dell'ambiente, dei consumatori, degli utenti e dei diritti a 360 gradi. Un fronte compatto e trasversale, dunque, che non intende mollare di un centimetro. E’ l’ennesimo capitolo di una battaglia che andrà avanti fino a quando non sarà scritta la parola fine su un progetto che mortifica il Salento. Un sit in che ha trovato uniti tutti dalla stessa parte, oltre ogni colore politico: un grido d’amore per un territorio unico al mondo, un inno alla unicità e alla storia di questa litoranea. Il Ministero dell’Ambiente ha concesso solo quindici giorni di tempo, fino all’11 dicembre, per presentare osservazioni. E i sindaci interessanti faranno valere le proprie ragioni. “È una corsa contro il tempo per impedire che venga sacrificato il valore paesaggistico, storico e culturale di un’area che non ha eguali. “Non si può trattare un territorio così prezioso anteponendo le speculazioni alle persone. “E non dimentichiamo che la Puglia ha già dato. Con circa 4.500 ettari di superficie destinati all’eolico industriale, rappresenta oltre un quarto del totale nazionale. Per l’eolico offshore, le richieste lungo le sue coste raggiungono una potenza complessiva di 27,5 GW, oltre dieci volte l’obiettivo nazionale. Questi numeri raccontano una realtà schiacciante: il nostro territorio è già stato sfruttato al limite.

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Dec-7-2024
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dagata giovanni (1807.00)

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