Terrore per i passeggeri del volo Azimuth: motore sinistro in fiamme
Terrore per i passeggeri del volo Azimuth: motore sinistro in fiamme – Il video
Evacuati 95 passeggeri e membri dell'equipaggio dopo l'atterraggio in Turchia
Il Sukhoi Superjet-100 della Azimuth Airlines stava atterrando all'aeroporto di Antalya, sulla costa mediterranea della Turchia, quando è scoppiato un incendio nel suo motore sinistro. In rete, immediatamente, sono circolati diversi video dai quali si vede, chiaramente, il fumo avvolgere la carlinga. I passeggeri, 89 in tutto, e i sei membri dell'equipaggio sono riusciti ad abbandonare l'aereo attraverso gli scivoli sul lato destro. Il tutto mentre, dall'altra parte, il motore era ancora in fiamme. Stando ai media locali e alle prime ricostruzioni, al momento dell'atterraggio la regione di Antalya era stata investita da una forte tempesta. Di riflesso, alcuni aerei si sono visti costretti ad aspettare sui sentieri d'attesa prima di poter atterrare. Non il Superjet di Azimuth, tuttavia, sorpreso, secondo quanto indicato dalla stessa compagnia, dal fenomeno meteorologico conosciuto come wind shear, che consiste in una variazione improvvisa del vento in intensità e direzione. Un fenomeno particolarmente complicato da gestire in prossimità degli aeroporti e durante la fase di atterraggio, poiché inganna il pilota sul corretto assetto e sulla velocità di discesa che il velivolo deve mantenere. Portando, in alcuni casi, a incidenti o ad atterraggi rischiosi. Un portavoce di Azimuth, al riguardo, ha dichiarato che il velivolo, con otto anni di servizio alle spalle, ha toccato terra con forza dopo una doppia sbandata. Di conseguenza, il carrello di atterraggio principale sinistro ha ceduto ed è stato «schiacciato» contro l'ala: di qui l'incendio scoppiato al motore sinistro. In via preliminare, riferisce oggi il portale specializzato Aviatorshina, l'atterraggio brusco è da attribuire a un errore dell'equipaggio. Tutti i passeggeri dell'aereo sono stati evacuati senza ferite. Quello di domenica è il quarto incidente occorso a un Superjet dal suo primo volo, effettuato nel maggio del 2008. Il primo incidente avvenne nel 2012, in Indonesia, durante un volo dimostrativo. Morirono 45 persone. Nel 2019, invece, come detto un esemplare di Aeroflot in servizio fra l'aeroporto di Mosca-Sheremetyevo e Murmansk, poco dopo il decollo, venne colpito da un fulmine e fu protagonista di un disgraziato atterraggio di emergenza. Pochi mesi fa, invece, un Superjet 100 di Gazpromavia, dopo appena otto minuti di volo, si è schiantato non molto lontano da Mosca mentre era in viaggio verso l'aeroporto di Mosca-Vnukovo. Alla base del disastro, costato la vita a due piloti e un ingegnere, vi sarebbero gravi, gravissime mancanze umane. In particolare, a livello di manutenzione. Nato come Sukhoi Superjet 100 e destinato a rivoluzionare il corto e medio-raggio, anche se non soprattutto a livello internazionale, cioè al di fuori della Russia, questo modello oggi vive, per non dire sopravvive, quasi esclusivamente nella Federazione Russa, con possibili ramificazioni in Paesi amici di Mosca, fra cui la Corea del Nord. Stando al portale specializzato CH-Aviation, al momento tutti gli aerei in volo (152 comprendendo quello protagonista dell'incidente, per 16 compagnie) sono registrati in Russia. Il Superjet, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è considerato il fiore all'occhiello dell'aviazione russa. Anche perché, di fatto, al momento è l'unico velivolo prodotto dalla Federazione tramite il consorzio UAC, United Aircraft Corporation, di proprietà del conglomerato Rostec.